A settembre, dopo un viaggio di 700 milioni di chilometri, la sonda Maven è entrata in orbita attorno al Pianeta Rosso. Scopriamo di cosa parliamo e quali sono i suoi compiti.
Perché si va ad esplorare sempre Marte?
Luna a parte, Marte è il corpo celeste che vanta il maggior numero di missioni esplorative finora. Qualcuno potrebbe chiedersi perché continuiamo a mandare sonde verso questo pianeta invece di indirizzarle verso mete meno conosciute, ma i motivi non mancano. Innanzitutto, esplorare Marte è più comodo ed economico di qualsiasi altro pianeta. Sebbene Venete sia (in media) più vicino, Marte offre condizioni meno estreme e la prospettiva che in passato abbia ospitato dell’acquaio rendono più interessante da studiare.
Marte è sotto il “bombardamento” delle missioni esplorative fin dal 1960, ma molte delle 40 lanciate fino ad oggi sono fallite. Alcune, addirittura, non sono neanche uscite dall’atmosfera terrestre. Di quelle riuscite, solo una minima parte sono ancora operative e molte sono prossime alla dismissione. Ecco perché serve una nuova generazione di sonde che raccolgano dati, la prima della quale è MAVEN – che sta per Mars Atmosphere and Volatile Evolution.
Il lavoro di Maven
Entrata in orbita il 22, settembre, lo scopo principale di questo satellite artificiale è quello di studiare l’interazione dell’atmosfera esterna di Marte con il vento solare, per capire come la perdita di atmosfera dovuta a questa corrente abbia influenzato il clima del pianeta. Per condurre le analisi, la sonda è equipaggiata con un gran numero di sensori ad altissima tecnologia, raccolti in tre blocchi di strumentazione, che permetteranno di studiare particelle subatomiche, emissioni elettromagnetiche e campi magnetici.
MAVEN usa come carburante l’idrazina, di cui aveva una scorta pari a 1.700 litri al momento del lancio. La maggior parte è già stata consumata dalle manovre di correzione durante l’avvicinamento al pianeta e di ingresso in orbita, quindi la strumentazione funzionerà principalmente grazie all’energia prodotta dall’imponente matrice di pannelli solari che è stata dispiegata all’arrivo. L’orbita di MAVEN è fortemente eccentrica e questo la porta a viaggiare da un’altezza massima di 6.000 km a quella minima di soli 15o km.
Oltre al suo compito scientifico, MAVEN si farà carico anche di fungere da punto di raccolta delle informazioni radio provenienti dai rover che al momento sono ancora attivi sulla superficie, un compito inatteso ma importante perché recentemente il Mars Mars Reconnaissance Orbiter ha iniziato a perdere colpi, mettendo a rischio la sopravvivenza dei rover.